Il linguaggio emotivo e la differenza con i metodi

I “metodi di addestramento o condizionamento” solitamente usati sui cani, trovano fondamento in un princpio comparativo fra le due specie, ovvero interpretando le loro azioni seguendo una logica umana. Ad esempio, se un determinato comportamento nell'uomo è indice di gelosia, anche un comportamento similare riproposto dal cane sarà indice di gelosia. Una logica che ha consolidato una progressiva tendenza ad attribuire ai cani dei sentimenti e delle patologie psicologiche tipiche solo della nostra specie.

Nella realtà dei fatti, uomo e lupo, apparentemente così simili in alcuni tratti e movenze, sono separati da milioni di anni di evoluzione. Il cane conserva un legame genetico molto forte con il lupo, ereditando dal suo progenitore selvatico anche istinti, qualità, schemi di apprendimento e comportamenti, similmente affiancati a quelli umani ma in realtà molto molto diversi nei significati e nelle motivazioni. Per sopravvivere in un mondo selvatico, selettivo e spietato, i lupi hanno dovuto evolvere schemi di apprendimento, di comportamento e di linguaggio estremamente concreti e diretti, fatti di emozioni, gesti e azioni. La diversa condizione di vita umana ha invece consentito alla nostra specie di evolvere la capacità di astrarre e di vivere socialmente per tramite di sovrastrutture mentali, esprimibili solamente attraverso un linguaggio fatto di parole e significati.

Forte di questa intuizione, un gruppo di specialisti del Centro Studio Cani decise di avviare uno studio meticoloso del comportamento e del linguaggio dei lupi quale matrice originale dei cani. L'approccio utilizzato fu radicalmente diverso e unico nel suo genere. Per capire a fondo questa specie, era infatti indispensabile estraniarsi dal modo di vedere umano e dalle sue sovrastrutture non naturali, per immedesimarsi negli schemi logici di animali che sono il frutto di milioni di anni di evoluzione e selezione naturale. Grazie a questa rigida visione oggettiva, non mediata dai sentimenti umani, abbiamo avuto la possibilità di apprendere un modo di vivere, di ragionare e di comportarsi completamente diverso e molto più intenso rispetto alle banalità interpretative fin qui proposte dall'uomo. Un modo di pensare e agire semplice e diretto, quasi sfacciato, che l'uomo ha ormai dimenticato.

Il livello di conoscenza di questo linguaggio ci consente oggi il completo distacco dal mondo dei metodi. Ogni proprietario può arrivare a controllare perfettamente il proprio cane in qualsiasi situazione, ottenendo da lui completa attenzione a prescindere dal contesto o dagli stimoli che lo circondano. Tutto questo senza l'ausilio di alcun guinzaglio, gioco o premio, forti solo di sé stessi.

La differenza fra un cane educato e un cane equilibrato sta nel fatto che quello che esegue il seduto a comando sta solo facendo un esercizio di abilità, terminato il quale potrebbe tornare a mordere se non fosse equilibrato. Al contrario, un cane equilibrato potrebbe non saper fare il seduto ma, certamente, possiede un completo controllo delle proprie emozioni e, quindi, anche delle proprie azioni.

L'educazione, in sostanza, è solo lo strumento con il quale si prende l'attenzione di un animaletto irrequieto che non ha mai avuto idea di cosa sia giusto fare e come farlo. Guadagnata l'attenzione, il ruolo fondamentale e più ampio del leader, per tutto il resto della sua convivenza con il cane, sarà di guidarlo, aiutandolo ad affrontare tutte le situazioni in maniera corretta, alimentando in lui la fiducia.

Da parte nostra, quindi, non potranno bastare solo qualche indicazione, qualche suggerimento o un approccio superficiale alla gestione del cane. Quando il rapporto, inteso come rispetto e fiducia, non è pieno e completo, lo stato d'insofferenza sarà sempre presente nell'animale, anche se con diverse forme di gravità e di rappresentazione.